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Intervista ad Aurydiby: l'arrosticino non ci deluderà mai, il pane senza glutine forse sì

CIAO! This is a very important article: the first Italian article for The Gluten Freelancer.

But also, an exclusive interview to Aurora Di Benedetto, also known on social media as Aurydiby. She is a very important guest so, let's speak Italian, or even better, abruzzese !



Quando mi sono imbattuta nel primo video di Aurydiby, ho subito pensato di volerne sapere di più. Sarà stata la frase "Noi, in Abruzzo, con gli arrosticini, ci svezziamo i bambini a 6 mesi" a conquistarmi? Quello che ho scoperto dopo, tuttavia, mi ha sorpreso ancora di più: Aurora Di Benedetto si occupa anche di cucina senza glutine! Gluten-free, sti capì?


L'hanno definita risto-attrice, date le sue evidenti doti nella recitazione (Aurora ha studiato presso la Golden Star Academy a Roma) e la sua passione per la cucina, in tutte le forme. Attualmente responsabile presso Rostelle & Co., ristorante abruzzese del quartiere Re di Roma, nella capitale; Aurydiby si diletta nell'interpretare vari personaggi sul web e, con la sua satira brillante, ha conquistato il favore di molti followers.


Non potevo non iniziare questa intervista con l'argomento più gettonato quando si parla di Abruzzo e cucina: l'arrosticino.


Aurora, come si fa a spiegare l'arrosticino ad un inglese?

Bella impresa. Gli direi:


"Excuse me, do you want mangiare FREGNO? Si ti vu magnà na cosa fregna esiste la carne di pecora. Che è un animale che tu non conosci.


Forse in Irlanda lo conoscono ma tu non lo conosci. Noi prendiamo sta povera pecora, la tagliamo a pezzettini e la mettiamo in the stecchino. Do you know stecchino? Beh se non sai che significa stecchino vallo a vedere.


Si mangia senza forchetta o coltello, ma con le mani. Non ci devi mettere né il ketchup né la maionese però, sennò ti taglio the men, le mani appunto."


Senza forchetta, senza posate, non ci si aiuta con nulla. Il vero abruzzese lo si riconosce anche dall'aroma di pecora dopo i pasti. E io, che a Londra cerco di ricreare la cucina tradizionale in chiave senza glutine, ad Aurora ho chiesto una cosa che per i celiaci costituisce un dubbio esistenziale:


Ma l’arrosticino, meglio con il pane senza glutine o senza pane proprio?


L'arrosticino si sposa benissimo con il pane e diventa un connubio superlativo con l'olio di oliva, quello verde, extra vergine, fatto in casa.


Il pane senza glutine, un tasto dolente.

Secondo me siamo ancora molto lontani dal pane, nel mondo del gluten free. L'unica cosa che ci si avvicina, è forse il pancarrè. Ho provato molte alternative, ma forse la ricetta ideale deve ancora arrivare.


Ho sperimentato la consegna a domicilio di hamburger anche con dei prodotti gourmet. In 10-15 minuti di consegna in motorino, era suppergiù da buttare. L'ho mangiato, ma era secco.


Morale della favola? Se il pane senza glutine non è all'altezza di quello con il glutine, LO BRUSCHETTI e sta a posto.


Come darle torto, nelle mie ricette sottolineo sempre le sfide che i prodotti da forno senza glutine comportano nella preparazione così come nel sapore. Allora parlando proprio di ricette, è così che ho chiesto ad Aurydiby:


Qual è la tua ricetta (con o senza glutine) preferita?


La ricetta preferita è quella più riuscita, dico sempre.


Il Timballo, o meglio la lasagna fatta con le crepes è decisamente il mio best seller.

Sovrappongo delle sottili crepes (al posto della pasta) in una teglia e poi aggiungo del sugo di carne mista (maiale e manzo) cucinato a lungo con un soffritto di cipolla classico.


Quando la carne si sfilaccia, riempio le crepes con il sugo e con formaggi misti: mi piace sempre aggiungere più formaggi, oltre alla mozzarella.


La faccio anche in bianco con funghi, zucchine e patate. Le patate però sono in forma di purè cremoso, così da evitare l'aggiunta di formaggi e quindi renderla senza glutine, vegana e ideale per chi ha un'intolleranza al lattosio.


Molti conoscono Aurora come la simpaticona virale sui social. Oggi ho voluto saperne di più sul connubio fra cucina senza glutine, Abruzzo e Roma che caratterizzano non solo il personaggio, ma la persona.


Cosa pensa Aurora della scena senza glutine Italiana?

Cucina tipica romana, venezuelana, cinese, giapponese. Ho avuto modo di conoscere e provare anche nella zona dei Castelli, a Roma, delle vere leccornie in chiave senza glutine.


Amando la cucina e avendo lavorato in tanti ristoranti, ho avuto modo di conoscere farine alternative , tenendo conto che la celiachia non è uno scherzo. Lo evidenzio perché molte persone non sono a conoscenza della

cross-contaminazione e dei rischi coinvolti nell'assunzione del glutine (anche minima) per un celiaco.


In Abruzzo ahimè non c'è la stessa risposta. Ci sono pochissimi locali che offrono cibo senza glutine e poca

preparazione riguardo l'argomento: questo è un peccato.


Il fatto di avere una cucina regionale, cittadina o di paese, re-interpretata in chiave differente, potrebbe essere una marcia in più. Potrebbe aumentare il turismo e anche la conoscenza culinaria degli abitanti del posto. Ma è così anche per la cucina vegana.


Il tesoro turistico va arricchito anche con queste cose. Milano e Napoli, insieme a Roma, le ho trovate molto preparate per il senza glutine. Ma ci sono zone d'Italia dove alberga il nulla eterno e molti posti in cui sono entrata, che vantavano l'insegna senza glutine - si rivelavano poi confusi su cosa il glutine fosse, in realtà.


Ed è proprio questo che mi porta all'ultima domanda di questa intervista:


Sei una ragazza creativa, con un talento innato per la satira culinaria. Ci racconti una storia ( con o senza glutine) memorabile?


Ho vissuto con persone che non avevano idea di cosa la cucina sia e cosa rappresenti.

Dai soffritti senza olio alle padelle bruciate, fino ad arrivare a quelli che mangiano sugo crudo credendo che la passata di pomodoro sia l'equivalente di un sugo pronto.


La mia storia preferita però rimane questa: ricordo che mentre ripassavo copioni teatrali, fra Dante e Shakespeare, una mia vecchia coinquilina, entrava puntualmente nella mia stanza:

mi arrivava con la forchetta e un rigatone o penna (o qualsiasi altro tipo di pasta) per chiedermi se fosse cotta.


Manco la cottura della pasta, manco quello insomma.



La mia intervista ad Aurydiby si conclude con la consapevolezza che l'arrosticino non ci deluderà mai (celiaci, abruzzesi e non) e che, se non sai cosa significa gluten free, non sarà la traduzione in italiano a salvarti, bensì l'informazione.


Colgo l'occasione per ringraziare Aurydiby e la sua immensa simpatia che ci ha conquistati, anche oltre la Manica!





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